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La Storia di Rimini – arte e cultura

I primi insediamenti umani a Rimini risalgono al Paleolitico e la città ha visto poi il susseguirsi di diverse popolazioni che ne hanno segnato la storia (umbri, celti, etruschi) fino allo splendore sotto l’Impero Romano.

La storia di Rimini è variegata e molti sono i reperti che lo testimoniano:

  • esistono molte tracce del dominio etrusco prima e di quello umbro e celtico poi, i Celti, ad esempio, resero  il porto di Rimini uno dei più importanti dell’Adriatico
  • all’epoca classica risalgono frammenti di ceramica greca che testimoniano la vicinanza al mondo Egeo

Il vero splendore di Rimini, tuttavia, risale all’epoca dei Romani che fondarono la colonia di Ariminum  la cui posizione geografica ne fece un bastione contro l’avanzata dei Galli, e un avamposto per le conquiste verso la Pianura Padana. Rimini, infatti, era un’importante rotta di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia e proprio da Rimini partivano tre delle più importanti vie romane:

  • la Via Flaminia (220 a.C.) che collegava Roma ad Ariminum
  • la Via Emilia (187 a.C.), che collegava Ariminum a Placentia (l’attuale Piacenza)
  • la Via Popilia-Annia (132 a.C.), sbocco della via Flaminia, verso Nord-Est:  che da Ariminum  passava per Rabenna (Ravenna), Atria (Adria), Patavium (Padova), Altinum, Aquileia, Tergeste (Trieste).

Con l’avvento di Augusto e Adriano Rimini visse il momento più splendente tanto che a questo periodo risalgono le opere più prestigiose che tutt’ora possiamo ammirare:

  • il Ponte di Tiberio ancora oggi utilizzato dalle automobili e chiamato anche “ponte del diavolo” per via di due buchi che la superstizione vuole fossero l’impronta di una cornata di Lucifero
  • l’Arco di Augusto,  il più antico arco romano ancora esistente – 2050 anni; si trova fuori le mura della città e fu costruito con un particolare significato: “qui comincia la pax e la civiltà romana”
  • il teatro e l’anfiteatro.

Non rimangono tracce dell’antico porto Romano che sorgeva nei pressi dell’attuale stazione di Rimini e che fu edificato in pietra bianca, come quella dell’Arco d’Augusto e come quella del Tempio Malatestiano.

Presso il Museo Archeologico di Rimini e nelle vicinanze è possibile oggi ammirare le testimonianze del dominio romano, tra cui la famosa domus del chirurgo, una casa del III secolo d.C., appartenuta a un ricco chirurgo romano che è proprio adiacente al museo.

Nella domus sono stati ritrovati numerosi mosaici e tanti strumenti chirurgici dell’epoca.
Con la caduta dell’Impero Romano, Rimini venne travolta dalla guerra greco-gotica, che ne decimò la popolazione e, dopo l’assedio del goto Vitige, venne liberata dal generale bizantino Narsete. A Rimini si trovano infatti anche tracce dell’Impero Bizantino.
Nel Medioevo Rimini subì una clamorosa retrocessione riducendosi alla zona compresa tra l’Arco d’Augusto e il Foro.
Nel corso del XII secolo la città divenne Comune e sede di numerosi ordini religiosi con la conseguente nascita di numerose chiese.
Nello stesso periodo arrivarono in città artisti e uomini di pensiero come Giotto  di cui rimane un crocifisso e parte di un affresco conservata nella Chiesa di Sant’Agostino.
Suggestiva è la chiesa di San Michelino in Foro, dove sono stati ritrovati affreschi legati al mondo dei Templari.
Degni di nota e risalenti a questo periodo, sono: il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo del Podestà, il nuovo porto e da lì la nascita del Borgo San Giuliano che darà poi i natali al grande regista riminese Federico Fellini.

Uno dei monumenti più suggestivi e celebri di Rimini è  il Tempio Malatestiano, progettato da Leon Battista Alberti intorno al 1450 per volere di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
All’interno si possono ammirare sculture di Agostino di Duccio e i dipinti di Piero della Francesca. Nella facciata principale il Duomo riprende l’ Arco d’ Augusto; in quelle laterali, il Ponte di Tiberio.
Altro luogo di interesse appartenente a quest’epoca, è il Castel Sismondo, il castello-reggia di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Rimini ospitò anche Leonardo da Vinci che rimase colpito dal gioioso suono delle cannelle d’acqua della fontana principale della Città (l’attuale Fontana della pigna)

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